venerdì 1 marzo 2013

L'insalata e la ristorazione, un connubio possibile?

Ma perché nei ristoranti non si può mai mangiare un’insalata di fantasia che allieti il palato e la mente?
Provate ad andare in un qualsiasi ristorante in Italia e provate a chiedere un’insalata.
Ve ne proporranno sicuramente una banale e nello stesso tempo tristissima. Al massimo vi chiederanno se la volete con il pomodoro o senza. Chi ad esempio fa la dieta, spesso deve rinunciare ai migliori piatti
succulenti evitando di andare al ristorante , perché altrimenti commetterebbe il classico “peccato di gola”. Supponiamo che accetti l’idea di recarvisi dichiarando di accontentarsi di un’ insalata. Che tristezza! Con ogni probabilità ne porteranno una che al massimo sarà composta da una semplice lattuga e forse da qualche fetta di pomodoro. Già la rucola o qualche finocchio costituirebbero un problema.
Che dire allora? Ai ristoratori propongo di allargare il menu considerando anche di inserire almeno un paio di insalate fantasia come piatto unico e non da “ultimo” contorno. Perché l’insalata può essere un piatto unico, soprattutto per chi, per varie ragioni compresa la dieta, non può mangiare altro.
I ristoratori non lo fanno perché guadagnano poco? Non è vero. Esistono delle insalate ricche che danno un grande valore a chi le mangia. Inoltre promuoverle, significa anche differenziarsi dalla concorrenza e consentire di avere più clienti compresi coloro che vi rinunciano perché in seno alle famiglie c’è qualcuno che non si sentirebbe di compagnia, giacché a dieta. Quante volte è capitato di rinunciare ad inviti a pranzo o a cena al ristorante adducendo varie scuse per nascondere la verità del tipo, mia moglie è a dieta? Così a tavola ci saranno coloro che consumeranno i loro piatti
“tradizionali” ma anche quelli che saranno accolti con una ricca e gustosa insalata, senza sentirsi in chiaro disagio, dovendo in aggiunta giustificare la propria scelta. Ovviamente il tutto condito da un ottimo Olio Extra Vergine di Oliva.

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