sabato 12 gennaio 2013

Tendenze: 10 cose per cui il 2013 sarà “l’anno di”:

Stringere la cinghia. Giocare al ribasso. Disintossicarsi dal lusso. Ma anche: tradizioni in gran rispolvero. Mani in pasta. Creatività casalinga. Qualunque siano i nostri propositi gastronomici per il 2013, non facciamoci trovare impreparati.
Perché una cosa è certa: il cibo cambia forme e contenuti ma non smette di essere sotto i riflettori. Fotografato, descritto, consumato con la bocca o col pensiero, rappresentato e iconizzato da programmi e reality, abusato da chef primedonne e da cafoni con il palato retroflesso. Gustato nei refettori. Cucinato nelle cucine economiche. Parodiato dalle parodi.
Oggi ce l’ho con gli elenchi, sì. E ve ne sottopongo (al vostro spirito critico, al vostro buonsenso, alla vostra curiosità) un ultimo. Queste saranno secondo noi, visti gli avanzi del passato e subodorate le entrées del futuro, le prossime tendenze del gusto.
1. Retrofood: guarda papà un pollo
La cucina fatta di buone cose di pessimo gusto, di accrocchi gustosi dal sapore anni sessanta. Pollo ripieno, in galantina, con le olive, rollé. Servire con tovaglia a quadri, soprammobili sul canterano, seggiole di formica e comandamenti rétro: “la domenica si pranza nel tinello”.
2. In casa: Homebrewing, homegrowing, homebaking
Dopo l’impazzare della pasta madre, tutto si maternizza. Il pane ormai lo faranno in casa anche gli inquilini minorenni negli studentati. Persino in Inghilterra. Dopo la birra autoprodotta di obamiana memoria e l’orto di degna consorte, tutti a scoprire la magia di un distillatore artigianale, come allegri chirurghi che sperimentano alchimie sopra i 40 gradi.
3. Amaranto & Co.: Granaglie per nerd della biodiversità
Nuovi cereali integrali popolano gli scaffali del super, già oggi. Ma arriveranno anche nelle piccole botteghe sotto casa. Quinoa, amaranto e grano spezzato in tutte le fogge non sostituiranno certo le diverse voluttà dello spaghetto alle vongole né del risotto allo zafferano, ma fanno bene, e ci addomesticheranno a nuovi sapori, in nome del biodiverso, e degli ospiti celiaci in aumento al nostro desco.
4. Cottura al vapore: Suffumigi al verde
La moda di vaporizzare è direttamente proporzionale a: 1) il salutismo che subentra alla ghiottoneria. 2) l’inconsistenza di questi tempi magri. Aggiungete che la cottura al vapore è pure low cost, che ispira nuovi ristoranti, e che i cestelli di bambù fanno tanto chic e ci siete.
5. Vino: te lo do io il promemoria
Il vino del contadino, con tutti i se e i ma sulla sua vera o presunta genuinità. Decisamente da rispolverare, lo impone il trend dei vini naturali, come l’aerosol per l’influenza di questo inizio d’anno [Corriere Roma]
6. Monomenu: come un uccellino
Dimentichiamoci i menù luculliani da dodici portate, i ristoranti all you can eat (puoi mangiare tutto quello che ti pare, il prezzo è fisso) sono già off. L’imperativo categorico è ridurre. Lo dice anche Vanity Fair. “Riduzione di aceto balsamico” suona rassicurante e già familiare, però il nuovo trend non riguarderà solo il condimento, ma anche la sostanza: il menù vincente è “monoportata”, per stomaci morigerati e masticazioni lente.
7. Paleo-ristoranti: mangiamo con la clava
Ritorno alle origini e rigetto del superfluo sono i dettami della paleo-ristorazione. Non esiste pane, non esiste pasta, non si vedono cibi elaborati in alcun modo. Solo materie prime grezze, che siano cereali, carne o erbe di campo. Per veri fanatici del nutrimento arcaico.
8. Dispenser: a gettoni
I bancomat di nuova generazione dispensano pizze, donuts e cupcakes. Esistono già oltreatlantico, ma non ci sorprenderemo al vedere un atm di pizza a taglio in una qualsiasi piazza turistica del Belpaese. Un po’ cheap, ma ci vuole stile anche per digerire cibi tamarri.
9. Non si butta via niente: etici col braccino
Destinare al cesto dell’umido il pane avanzato non è più un “peccato” come nel dopoguerra, ma si avvicina al concetto. O in ogni caso vi meriterete il titolo di improbi perché poco dotati di sensibilità ambientale. E comunque ora, vuoi per questioni di portafoglio vuoi per culto delle buone pratiche, non si butta niente, a costo di fare polpette e metapolpette (e cioè le polpette delle polpette).
10. Effetto Masterchef: home reality
Anche in tv grandi cambiamenti: e soprattutto nuove frontiere per i reality. Allo studio nuovi format in cui le telecamere entrano direttamente in casa delle massaie senza stelle. Programmi più caserecci, con insulti al frullatore che non parte, schizzi di olio bollente per i supplì, ripostigli – con pellicole cuki in vista – convertiti a confessionale.


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